PRATO (30.11.10) – La crisi della Sasch e delle aziende ad essa collegate, non riguarda soltanto i titolari e i dipendenti del gruppo, ma anche le molte aziende terziste che operano a Prato e fuori Prato per questo gruppo. Sono imprenditori piccoli e grandi, i loro dipendenti, a catena i loro fornitori, che rischiano di allargarsi a macchia d’olio ed aggravare le difficoltà di una città già massacrata dalla crisi.
Aziende di dimensioni come la Sasch, quando sono in piedi, sono una ricchezza per un territorio come il nostro e quando entrano in crisi diventano un problema di tutti.
“Prima di tutto – dicono i presidenti di Cna e Confartigianato di Prato, Anselmo Potenza e Luca Giusti – deve essere creata una sorta di rete protettiva per le imprese terziste che subiranno danni dalla impossibilità della Sasch di rispettare i propri impegni. Vogliamo un impegno di Regione, Provincia e Comune di Prato per costruire un accordo fra banche e consorzi fidi che realizzi condizioni di sostegno creditizio al sistema di imprese coinvolto nella crisi Sasch”.
“Non è escluso – dice Potenza – che sia necessario un intervento particolare su Prato che, copiando dal modello della Regione “emergenza economia” offra garanzie alle imprese coinvolte, garanzie sostenute da finanziamenti degli enti locali”.
“Non conosciamo se c’è e quali siano le caratteristiche di un eventuale piano di salvataggio promosso dal management del gruppo, non vorremmo trovarci però – dice Giusti – dinanzi all’ennesimo concordato al 10% magari senza avere le dovute garanzie sull’effettivo successo delle nuove iniziative imprenditoriali che potrebbero essere realizzate intorno ai “pezzi buoni” (gli assets positivi) delle aziende in crisi del gruppo Sasch”.
Intanto sul piano operativo CNA e Confartigianato, alle quali si sono già rivolte varie imprese coinvolte e preoccupate, hanno messo in piedi uno staff tecnico comune e ad alto livello professionale per affrontare tutti i casi che si presenteranno e per costituire anche un gruppo- comitato di creditori.