Sarà la microimpresa l’elemento catalizzatore della ripresa e della creazione di nuovi posti di lavoro. Emerge da un’indagine della Cna che ha intervistato 800 cittadini e 242 imprenditori chiedendo come percepiscono la micro impresa. E i risultati sono sorprendenti: la micro e piccola impresa non solo guiderà la ripresa, ma crescerà ancora numericamente, proprio perché oggi il lavoro bisogno crearselo. Le micro imprese stanno nascendo in settori nuovi e proprio in questi saranno in grado di creare nuovi posti di lavoro: ICT, green economy, servizi ecologici e ambientali, servizi alla persona. Il problema per queste imprese è il peso dell’inefficienza della pubblica amministrazione che, nella percezione degli imprenditori e dei cittadini, rappresenta un vero e proprio impedimento allo svolgimento dell’attività: un apparato vetusto che ostacola la libertà di impresa, ne rallenta il passo e grava come costo senza contropartita. La microimpresa, radicata nel territorio, rappresenta una fonte di benessere e occupazione decisamente superiore a quella rappresentata dalle grandi industrie. Non soltanto agli occhi dei titolari/soci delle microimprese, ma anche di gran parte dei cittadini l’autentico protagonista dell’avventura economica è proprio il lavoratore autonomo.
Nel giudizio degli intervistati le piccole e micro imprese, “i piccoli cuori pulsanti dell’economia”, creano ricchezza e posti di lavoro, senza ricevere agevolazioni e sussidi, rischiando in proprio, resistendo non solo a “regole del gioco” che cambiano in continuazione, ma anche alla concorrenza sleale e all’illegalità. La microimpresa, pur esposta ai venti della crisi internazionale in misura molto superiore alla grande impresa, ha contribuito sino ad oggi in modo decisivo alla tenuta dell’economia e dell’occupazione. Alla domanda “secondo lei quanto è importante la micro impresa per l’economia nazionale?”, il 50,4% risponde molto ed il 45% abbastanza. Giudizi ugualmente positivi (molto + abbastanza = 84%) sulla sua importanza nella vita sociale e su quanto le piccolissime imprese, in questa fase di recessione, contribuiscono alla tenuta dell’economia (molto per il 32,3%, abbastanza per il 46,3%). Un ruolo decisivo viene riconosciuto alle microimprese per la tenuta occupazionale (87%) tanto che, quando l’economia tornerà a crescere, le micro e piccole imprese saranno in grado di creare nuovi posti di lavoro (68,9%). Davvero scarsa l’attenzione che il Governo concede alle esigenze delle micro imprese, pressoché inascoltate e non sostenute: per il 71% degli intervistati il Governo guarda soprattutto, se non esclusivamente, agli interessi delle grandi imprese.
L’indagine “Le micro e piccole imprese allo specchio. La percezione del ruolo dell’imprenditoria diffusa per l’economia e la vita sociale” effettuata per conto della CNA di Toscana, Emilia Romagna, Marche e Umbria da Freni Ricerche di Marketing di Firenze sarà al centro del forum promosso dalla Cna ad Ascoli Piceno venerdì 8 ottobre. Al forum (orario 17-19,30 – centro congressi CCIAA Ascoli Piceno) parteciperanno: Aldo Bonomi Presidente A.A.STER, Luca Ferrucci Università di Perugia, Vincenzo Freni, Gian Luca Gregori Università Politecnica Marche, Sergio Silvestrini Segretario Generale CNA.