PRATO (17.09.09) – La notizia si leggeva ieri sul giornale di Confindustria: l’accordo tra industriali e Governo affonda l’articolo 17 della legge 99 approvata in Parlamento che finalmente dettava regole ferree a difesa del marchio Made in Italy. Si tratta di un articolo che prima di tutto portava rispetto al diritto del consumatore di sapere dove ogni fase del prodotto è realizzata; proposto dal pratese On. Lulli era diventato in Parlamento bipartisan mettendo insieme maggioranza e opposizione. La questione non riguarda solo il tessile ma anche alimentare e tutto il resto, ma per il tessile pratese è l’ennesima mazzata.
La Presidenza di CNA Prato, riunita d’urgenza, si rivolge a tutte le organizzazioni imprenditoriali, Istituzioni e sindacati per chiedere subito, anche coinvolgendo il tavolo del distretto, azioni, anche di protesta, per cambiare quello che di fatto è un vero e proprio stravolgimento della legge; dal canto suo CNA di Prato non lascerà niente di intentato per cambiare questa scelta del governo.
Sulla difesa del prodotto italiano, dice Potenza, “metteremo in gioco la credibilità e il peso che Prato ha già ottenuto in CNA Nazionale come dimostrato con l’elezione di Luca Rinfreschi a Presidente nazionale del settore moda. Rinfreschi infatti non solo è un imprenditore pratese, ma l’uomo che, anche dal sistema camerale, ha promosso in Italia proprio il tema della tracciabilità e della difesa del prodotto italiano”.
Claudio Bettazzi, presidente della CNA di Montemurlo, precisa che “oltre a difendere l’art. 17 dobbiamo chiedere a governo e istituzioni di sviluppare controlli e repressione delle importazioni clandestine che, come da un colabrodo, piovono dai nostri confini; le due cose devono andare di pari,passo per portare risultati reali e benefici a tutti ed anche a Prato oltre che dare garanzie ai consumatori. Adesso va chiarito che le merci clandestine e fuori norma devono essere in ogni caso distrutte e non regolarizzate dietro il pagamento di una piccola pena pecuniaria come prevede il nuovo provvedimento”.
Su questi temi Rinfreschi è già impegnato a Roma e dice: “adesso si riapre la battaglia nazionale per valorizzare il vero Made in Italy, ottenere l’approvazione dell’etichettatura europea e dare consapevolezza alle scelte dei consumatori”.
Adesso chi partecipa al tavolo del distretto deve dimostrare di pesare sulle scelte dei propri livelli nazionali e schierarsi per difendere tutte le imprese pratesi. Preoccupano Potenza le anime contrapposte di Confindustria che ha visto a Roma, come dice il suo giornale, vincenti i grandi imprenditori che continuano a voler vendere sui mercati europei merce fatta nel terzo mondo, senza tutele e spacciata per made in Italy.