PRATO (7.02.09) – Si stringono nei ranghi, si fanno compatti i contoterzisti del distretto contro la crisi. Insieme per far breccia in un governo finora sordo alle richieste di aiuto del settore tessile. La parola “unità” rimbalza così dalla bocca di Anselmo Potenza, presidente di CNA, a quella della Confartigianato. Le due associazioni di categoria, di Prato e Pistoia, annunciano l’assemblea di martedì sera in palazzo comunale come l’inizio della mobilitazione di tutto il distretto. E lanciano una proposta. Quote riservate alle piccole imprese, meglio se solo europee, per le forniture dei bandi pubblici: questa l’idea.
Potenza avverte: «Questa mobilitazione non vuole celebrare il funerale di Prato. Il suo sistema può dare ancora tanto al paese!». Ma perché la lotta alla crisi non diventi il confronto di Don Chisciotte contro i mulini a vento, le associazioni di categoria sanno di aver bisogno di aiuto. Rivendicando l’importanza del tessile in Italia, chiedono lo stesso trattamento riservato al settore auto, così come a quello degli elettrodomestici. «La Regione, col presidente Martini, è disponibile a un confronto – continua Potenza – Ma Scaiola non ci sente, non ci ascolta!». E l’amarezza per il silenzio del governo si somma al rammarico nei confronti dell’Unione europea che non ha saputo salvaguardare il settore. «Abbiamo assistito alla svendita del tessile» commenta Roberto Fabbri, presidente provinciale di Federmoda. «In questo momento non ci servono strumentalizzazioni politiche serve coesione, in politica, a tutti i livelli, come dentro il distretto».
La crisi infatti non risparmia nessuno. Neppure la tessitura di Massimo Melani in via Renzo degli Innocenti, dove da giorni buona parte dei macchinari stanno in silenzio. Benché rientri nella schiera di chi produce qualità, considerata la roccaforte del tessile. «La preoccupazione principale è come far ripartire la produzione – dice Melani – mi preoccupo per i miei dipendenti, tutti assunti a tempo indeterminato. Occorre ripristinare la cassa integrazione straordinaria, darle i fondi necessari. L’Europa deve abbassare ancora i tassi di sconto, le banche devono tornare a finanziare le imprese e a livello governativo serve una defiscalizzazione che dia respiro soprattutto alle famiglie a basso reddito».
E all’elenco di richieste snocciolate da Melani si aggiunge la proposta di CNA: «Gli investimenti in infrastrutture al momento non sono la risposta giusta, perchè hanno ricadute a medio-lungo termine. Una soluzione potrebbe essere di far partecipare le piccole imprese ai bandi pubblici, riservando loro una quota. Si eviterebbe dunque i subappalti delle grandi aziende, ai danni delle piccole. Non parlo dunque solo di tessile, perché per piccole imprese intendo anche piccoli elettricisti, idraulici e così via».
E non si riferisce soltanto alle piccole imprese in genere, ma a quelle europee in particolare. «Tutti gli ospedali d’Europa, tanto per fare un esempio dovrebbero rifornirsi per lenzuoli, camici e quant’altro da aziende tessili europee, non asiatiche. Si tratta di una soluzione temporanea per far ripartire il meccanismo».