Per approfondire le possibilità di risparmio per le imprese attraverso le domande di riduzione previste dalla legge e dai regolamenti comunali la CNA, Area territoriale di Pistoia -Serrravalle P.se organizza per martedì 3 dicembre alle ore 21,00 presso la sede provinciale di via E. Fermi, 2 un’assemblea degli imprenditori interessati.
Con la revisione del Trattato di Roma ad opera dell’Atto Unico Europeo del 1987, il principio “chi inquina paga” trova definitivo riconoscimento quale principio fondamentale della politica comunitaria in materia ambientale. Allo stato attuale, però, afferma il presidente dell’area territoriale di CNA Pistoia-Serravalle P.se, Lucia Salfa, persiste una diffusa e complessa situazione in ordine alle scelte legislative fatte dal Parlamento e dai Comuni per cui le normative prevedono ancora, dopo 26 anni da quel 1987, che il costo della raccolta debba essere determinato tenendo a base la superficie dei locali.
E’ facile capire che la superficie non può quasi mai essere indice affidabile della quantità dei rifiuti prodotti perché prescinde dal fatto essenziale, costituito dal comportamento dei singoli che certe volte, sono addirittura obbligati a non utilizzare il servizio pubblico.
Il risultato, continua Lucia Salfa, è quello che conferire in discarica o recuperare i rifiuti è considerato quasi ininfluente al momento del pagamento e quindi ininfluente ai fini dell’interesse pubblico che sembra preferire sotterrare rifiuti oppure incenerirli.
Ciò detto la legge che istituisce la Tares contiene meccanismi che tendono ad attenuare tale insanabile ingiustizia e lo fa consentendo ai Comuni di utilizzare meccanismi utili ad individuare, seppure con eccessiva approssimazione, il quantitativo dei rifiuti avviati allo smaltimento.
A proposito delle possibilità di intervento da parte dei Comuni per rendere maggiormente congruo il prezzo del servizio rispetto ai rifiuti conferiti, afferma Tamara Bracali responsabile dell’area CNA, si ricorda come la norma e i regolamenti prevedano, ad esempio, l’esclusione “delle superfici nelle quali si formano, di regola, rifiuti speciali”; oppure quello in cui la legge prevede che “alla tariffa sia applicato un coefficiente di riduzione proporzionale alla quantità di rifiuti assimilati che il produttore dimostri di avere avviato al recupero”. Altro esempio ancora è quello che vede escluse le aree che non possono produrre rifiuti: aree scoperte non operative, parcheggi, aree di transito ecc.
Comunicato stampa del 29/11/2013