“Un evento unico in Italia. L’8 aprile, per la prima volta, sarà un’impresa orientale ad ospitare un summit ai massimi livelli tra rappresentanti istituzionali, consolato cinese, vertici delle forze dell’ordine, imprenditori italiani e orientali ed anche giornalisti”.
Claudio Bettazzi, presidente Cna (nella foto di Ilaria Costanzo con il vicepresidente Wang), non nega la soddisfazione preannunciando l’iniziativa “Cna World China 2.0 – Percorsi di imprese consapevoli” organizzata dal raggruppamento di imprese Cna World China, che ha scelto come location l’impresa “Andrea & Yaoli” , di proprietà del vicepresidente Wang Liping, per diversi buoni motivi.
“Innanzitutto – spiega Bettazzi – ci è sembrata la sede ideale per raccontare questa esperienza positiva che è servita a costruire solidi rapporti di collaborazione e condivisione con le imprese orientali e a dare un contributo concreto all’integrazione e alla valorizzazione della parte sana di questa comunità. Inoltre, coglieremo l’occasione per aggiungere un altro tassello al percorso di cooperazione avviato con gli interlocutori istituzionali su tematiche di rilievo come le prospettive economiche del distretto, l’integrazione, il patto per la sicurezza, gli investimenti cinesi su Prato”.
L’iniziativa – a invito e su prenotazione – sarà preceduta da una conferenza stampa convocata da Regione Toscana e Cna sempre nei locali dell’impresa “Andrea e Yaoli”, dopo di che, porte aperte a una platea di 150 imprenditori e agli ospiti: il presidente della Regione Enrico Rossi, il sindaco Matteo Biffoni, il prefetto di Prato Maria Laura Simonetti, il console cinese Wang Fuguo, Renzo Berti, coordinatore del progetto “Lavoro sicuro” oltre ai massimi vertici di Cna e di Cna World China. L’evento, su prenotazione, sarà coordinato da Cinzia Grassi, direttore dell’associazione.
Dice Bettazzi, “al di là dell’illegalità che va combattuta ed estirpata, abbiamo sempre creduto che il fenomeno dell’imprenditoria cinese rappresentasse anche una risorsa per la crescita economica di questo territorio. E non ci siamo sbagliati. A dimostrarlo è stato anche l’Irpet che racconta come, se a Prato non vi fosse la comunità cinese, il nostro Pil scenderebbe del 22%, le importazioni regionali e estere calerebbero del 36% e 39% e il valore aggiunto delle imprese non cinesi scenderebbe del 9%”.
Dati sui quali è importante riflettere, aggiunge Wang Liping, anche perché “nella mia esperienza vedo che le imprese cinesi che qui lavorano e qui vogliono restare non sono diverse e non hanno problemi differenti da quelle gestite da titolari italiani. Rivolgermi a Cna nel 1997 è stata la chiave di volta per essere prima informato, e poi aiutato a mettermi in regola con le leggi italiane, che non sono poche, né facili da seguire per qualsiasi azienda. Ecco perché invito sempre i miei connazionali a non cercare scorciatoie ma serietà professionale da chi è in grado di garantirla, come le associazioni. Noi siamo interessati allo sviluppo di buone relazioni, alla nascita di società italo-cinesi per cogliere nuove opportunità di sviluppo del manifatturiero, a proporre investimenti su questo territorio – di cui parleremo l’8 aprile – e sono convinto che lavorando tutti insieme, ognuno per la propria parte, sarà possibile superare le diversità e aprire una strada concreta verso l’integrazione”.