Il 2013 si prospetta come l’anno peggiore per economia e imprese
POTENZA: “SUBITO ALCUNI INTERVENTI DAL NUOVO GOVERNO”
PRATO – “Non si placa la tempesta sulle imprese. Il 2013 sarà la fase peggiore, di stagnazione. Vietato dunque lasciare di nuovo sole le aziende. Ecco perchè proponiamo al prossimo Governo di varare, entro i primi 100 giorni di mandato, alcuni provvedimenti in grado di dare fiducia alle imprese, al Paese e di riaprire il mercato interno senza incidere troppo sul debito pubblico”.
L’incipit arriva da Anselmo Potenza, presidente Cna che snocciola i dati pesanti dell’indagine svolta da Censis per Cna su un campione di 450 imprese sotto i 50 addetti. Di queste, spiega Potenza, “quasi la metà (46,8%) dice di essere in “ridimensionamento” e il 45,3% parla invece di stagnazione. A soffrire sono le imprese più piccole: si trova in ridimensionamento il 46,8% di quelle tra 1 e 4 addetti, il 54,7% di quelle che ne hanno tra 5 e 9 mentre nelle aziende più grandi (10-19 dipendenti) la quota scende al 33,5% e al 26,2% per quelle che contano dai 20 ai 49 addetti”. Più di un’impresa su quattro (26,4%) ha fatto ricorso alla cassa integrazione e l’11,3% del campione ancora oggi la utilizza. Il 17,1% poi ha ridotto l’orario di lavoro, il 16,6% riorganizzato i processi di lavoro, il 13,6% riconvertito professionalità già presenti internamente.
Con questi chiar di luna, dice Potenza, “le pmi sono al limite della sopravvivenza ed è necessario che il prossimo Governo metta sul piatto interventi ad hoc, semplici ma fattibili nell’immediato. Quali? In primis, la questione liquidità: allo sblocco dei pagamenti deve corrispondere un impegno serio per far rispettare i tempi di 30 giorni indicati dalla UE, e attivare un monitoraggio affinchè questa direttiva venga fatta rispettare. Secondo punto: il nodo “credito”. Con le banche sempre più chiuse in se stesse, bisogna rifinanziare subito il sistema dei Confidi, senza i quali verrebbe a mancare ossigeno a migliaia di imprese che malgrado abbiano ordini e capacità produttiva, rischiano di chiudere per assenza di credito. Inoltre, prioritario è allentare il patto di stabilità e far ripartire piccole opere e cantieri, passo strategico anche per iniziare a riavviare l’edilizia, uno dei settori trainanti della nostra economia. Infine, la questione fiscale. Va evitato ogni ulteriore aumento della pressione fiscale – ormai iniqua per le imprese – e soprattutto bisogna abolire l’aumento dell’Iva previsto a luglio, e ottenere prima una sospensione e poi una radicale modifica della nuova tassa sullo smaltimento rifiuti. Infine, altrettanto rilevante è prevedere subito una proroga alle agevolazioni fiscali sulle ristrutturazioni edilizia e sull’efficienza energetica. Questo è ciò che serve, adesso. Poi, ovviamente, ci aspettiamo che seguano serie politiche industriali a sostegno del manifatturiero e operazioni per allentare il cuneo fiscale, ma per questo i tempi sarano più lunghi, ne siamo consapevoli”.